In questo mondo di tuttologi e negazionisti, si cade spesso nella tentazione di delegittimare la professionalità e la preparazione di chi si occupa da tempo e con cognizione di causa di una determinata materia, complici alcune semplificazioni che spesso generano pericolosi malintesi.
Ultimamente su internet gira una storia molto suggestiva su Abraham Wald, matematico ed esperto di statistica ungherese, prestato al mondo militare durante il secondo conflitto mondiale, che lo vide coinvolto attraverso le sue analisi statistiche, alla definizione di un possibile metodo che definisse un modello per indicare come ridurre le perdite degli alleati in campo aeronautico.
Le statistiche di Wald si basavano però sull’analisi dei velivoli rientrati, se pure colpiti, Wald stesso presumeva che le protezioni da aggiungere ai velivoli dovessero essere distribuite in modo uniforme, essendo a conoscenza dell’incompletezza del suo campione, aveva fatto anche considerazioni sui colpi che avrebbero reso più vulnerabili gli aerei, al di là dei dati disponibili; la stampa invece nel tempo trasformò le analisi di Wald, facendo credere che avesse indicato di fortificare le zone bianche non censite nelle sue analisi, quelle cioè non colpite. Negli articoli si dava ad intendere che secondo Wald gli ingegneri ed i costruttori si basassero solo sui dati acquisiti dai velivoli rientrati, creando così il mito del “pregiudizio di Sopravvivenza” , cioè la tendenza a considerare le cose sopravvissute, rispetto quelle che non lo sono, quindi non analizzare i fallimenti per migliorare.
In realtà la campionatura delle aree colpite non fu molto utile, mentre le vere indicazioni di Wald, riportate al termine della sua analisi, furono che “questa analisi dei dati ipotetici porterebbe alla conclusione che l’aereo è più vulnerabile a un colpo sulla zona del motore .. il successivo evento più vulnerabile è il colpo di un proiettile di mitragliatrice da 7,9 mm sull’abitacolo.. può essere utilizzato come guida per la posizione dell’armatura di protezione e può essere utilizzato per fare una previsione della perdita stimata della futura missione”.
La riprova che gli addetti ai lavori non avessero pregiudizi ci è data invece da quello che fece il capo di stato maggiore della RA (Regia Aeronautica) nel 1941, quando combattevamo (ahinoi) nella parte avversa, chiedendo di proteggere le zone che alloggiavano i motori, anche non conoscendo gli studi di Wald.
È facile oggi creare differenti “verità” per ogni argomento, le fonti di una notizia possono essere innumerevoli e contrastanti ed ognuno calzerà la verità che troverà più comoda, camminando pericolosamente con “verità slacciate” , nel caso di Abraham Wald, per fortuna, è ancora possibile trovare trascrizioni attendibili o addirittura copie dei suoi rapporti scritti, chi avrà il tempo o la voglia di leggerli potrà trovarli anche comodamente su internet.
Chi progetta sa bene che le informazioni più utili sono proprio quelle che si ricavano dai fallimenti, propri ed altrui, possiamo metterci la mano sul fuoco, l’abbiamo letto su internet!